Le “meraviglie” grafiche di Miró in Umbria

27 Giugno 2018


Appartengono a quattro serie complete – Ubu Roi (1966, da cui è tratta l’immagine in apertura); Le Lézard aux Plumes d’Or (1971); Maravillas con variaciones acrósticas en el jardin de Miró (1975); Le Marteau sans maître (1976) – le 70 opere grafiche che compongono il percorso espositivo di Joan Miró. Meraviglie grafiche 1966-1976. Forme, colori e segni di un Maestro dell’arte del Novecento, la mostra in apertura il 28 giugno a Castiglione del Lago (Perugia).
Nelle sale di Palazzo della Corgna, fino al 4 novembre sarà possibile cogliere l’intimo rapporto tra l’artista catalano e l’universo dei cosiddetti “libri d’artista”, sondando le relazioni tra testo e illustrazione a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.

Curata da Andrea Pontalti, l’esposizione accende i riflettori su una specifica gamma di lavori appartenenti alla produzione di Miró, prendendo in esame uno dei radicali cambiamenti che avvengono, nel corso del Novecento, in ambito editoriale: l’illustrazione, considerata fino alla seconda metà dell’Ottocento una sorta di “apparato accessorio al testo“, dipendente e subordinata rispetto alla parola scritta, acquisisce progressivamente un nuovo rilievo.
In particolare, il genere del libro d’artista diviene un interessante ambito di sperimentazione e ricerca, anche per gli autori legati alla corrente surrealista. Sarà proprio Miró, il cui linguaggio è carico di segni, versi e immagini vibranti di colori, a imporsi come uno dei più creativi in questo settore. Ciascuna delle serie in mostra è dunque associata a una diversa pubblicazione; in particolare, in Le Lézard aux plumes d’or l’artista diventa illustratore di se stesso e il risultato è un’opera nella quale immagine e testo poetico si fondono, “in una equilibrata coesistenza di grafismo e immagini“. In Le Marteau sans maître Miró tributa invece un omaggio al poeta francese René Chair, scegliendo di misurarsi con la tecnica dell’acquatinta.