A Tokyo, il suono è una questione di architettura

14 Luglio 2018


A Tokyo, nel quartiere di Roppongi, il centro espositivo ideato dal fashion designer Issey Miyake e progettato da Tadao Ando accoglie una mostra che “cerca di costruire una architettura audio“, ovvero di offrire una nuova prospettiva sulla musica, a partire dall’integrazione tra audio, video e spazio.

Visitabile fino al 14 ottobre prossimo, Audio Architecture prende le mosse da una precisa constatazione: la musica, da secoli presenza costante nella vita quotidiana dell’uomo, è il risultato della combinazione tra più elementi, come suono, ritmo, tempo, melodia, timbro, pause. Avere consapevolezza di questa struttura e coglierne il livello di  complessità non è un’esperienza comune. Si potrebbe dunque tentare di concepire la musica come il risultato di una sorta di “processo di progettazione”, analogo a quello messo in campo in discipline quali l’architettura. Nel percorso di visita di Audio Architecture si affiancano le opere di nove creatori. “Sfidando” le tradizionali modalità di espressione e facendo leva sulle singole sensibilità e inclinazioni ‒cdal cinema all’animazione, dalla danza alla grafica, dall’illustrazione al media design ‒, questi autori delineano forme di “architettura audio”, inserite in successione all’interno dell'”allestimento dinamico” progettato da Masamichi Katayama.

Nel corso dell’estate, a partire dal 4 agosto, il 21_21 Design Sight di Tokyo ospiterà anche Hiroshima Appeals: in mostra una serie di poster, prodotti dal Japan Graphic Designers Association Inc. (JAGDA), per mantenere viva la memoria del primo bombardamento atomico nella storia dell’umanità.