L’arte surreale di John Bock in mostra a Milano

19 Agosto 2018

Immagine della mostra “John Bock: The Next Quasi-Complex” Foto Jacopo Farina 18 luglio – 24 settembre 2018 Fondazione Prada Milano Courtesy Fondazione Prada

Un afflato ironico, spiazzante e al limite dell’assurdo avvolge la poetica di John Bock, le cui opere sono protagoniste della rassegna The Next Quasi-Complex, allestita alla Fondazione Prada di Milano fino al 24 settembre. Una mostra che restituisce tutta la potenza visiva messa in campo da Bock, il quale fonda il proprio linguaggio su un mix di scultura, installazione e performance.

Le due grandi installazioni che animano il piano terra del Podium, provenienti dalla Collezione Prada ‒ When I’m Looking into the Goat Cheese Baiser (2001) e il salotto di Lütte mit Rucola (2006) ‒ si offrono allo sguardo come i “residui” di azioni e scenografie utilizzate dall’artista per le sue performance e per i suoi film: oggetti quotidiani calati in un contesto espositivo e assemblati in installazioni.

Il risultato è ciò che Bock definisce “summutation”, ovvero la trasformazione di ciò che resta dopo una performance o le riprese di un film, cui si aggiungono i video girati durante ciascuna azione, rendendo conto di quest’ultima e, al tempo stesso, assumendo una nuova identità installativa.

Lütte mit Rucola prende le mosse dall’omonimo film in cui l’artista impersona un pazzo omicida che fa a pezzi la sua vittima ancora viva. A Milano il set del film diventa installazione e “accoglie” il pubblico nel salotto dove si è svolta la tortura, rendendolo in qualche modo testimone dell’evento. When I’m looking into the Goat Cheese Baiser è invece una scenografia mobile usata da Bock, come testimoniato dal video della performance svoltasi a New York nel 2001. La scenografia rivivrà l’8 settembre, quando Bock, accompagnato dagli attori Lars Eidinger e Sonja Viegener, si esibirà su quel palco.

[Immagine in apertura: Immagine della mostra “John Bock: The Next Quasi-Complex”. Foto Jacopo Farina, 18 luglio – 24 settembre 2018. Fondazione Prada Milano, Courtesy Fondazione Prada]