50 anni di case milanesi, ospitate da Villa Necchi Campiglio

22 Ottobre 2018

Gio Ponti, Sistemazione del proprio appartamento nell’edificio di via Dezza 49, a Milano, in Domus 334, 1957, camera da letto della figlia

Come sono cambiate le dimore private del capoluogo lombardo nel corso di 50 anni? La città italiana che per prima, a livello nazionale, interpretò e si lasciò trasformare dalla modernità e dalle sue istanze viene raccontata da uno speciale progetto espositivo curato dagli studiosi Orsina Simona Pierini e Alessandro Isastia, già autori del volume Case Milanesi 1923-1973, pubblicato da Ulrico Hoepli Editore.
Nella cornice di Villa Necchi Campiglio, a partire dal 24 ottobre, sarà possibile ripercorrere la storia costruttiva e conoscere i tratti distintivi di 23 abitazioni della città, grazie alla mostra Case Milanesi 1923-1973. Immagini di una città, presentata dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Hoepli.

Il percorso espositivo accoglie una serie di testimonianze che restituiscono l’evoluzione del contesto culturale, letterario, artistico e cinematografico di pari passo con le trasformazioni dell’architettura e del tessuto urbano.
L’asse temporale preso in esame si estende dagli anni Venti fino agli anni Settanta, decenni nei quali a Milano operarono grandi architetti del Novecento italiano, che si misurarono in prima persona con il tema residenziale. Tra loro ci furono Piero Portaluppi, Giovanni Muzio, Luigi Caccia Dominioni, Vico Magistretti, Aldo Andreani, Gio Ponti, Ignazio Gardella, Figini e Pollini, alle cui opere è dedicata un’intera sezione.
L’allestimento – curato dallo studio Giussaniarch, con Studio FM per la grafica – include una lunga parete nella quale sono riprodotti i diversi prospetti della case selezionate, intesi come “presenze salienti” della nuova immagine della città, e una robusta documentazione fotografica.

Molte le iniziative proposte per il periodo di apertura di Case Milanesi 1923-1973. Immagini di una città: la mostra-mercato Dentro le Case Milanesi, curata da Roberto Dulio; il ciclo di itinerari guidati in città accompagnati dai curatori; gli incontri di approfondimento sulla percezione della “Milano moderna” all’estero.

[Immagine in apertura: Gio Ponti, Sistemazione del proprio appartamento nell’edificio di via Dezza 49, a Milano, in Domus 334, 1957, camera da letto della figlia]