Il seducente Simbolismo di Fernand Khnopff a Parigi

9 Gennaio 2019

I_lock_my_door_upon_myself_Fernand_Khnopff_1891

Sono trascorsi circa 40 anni dall’ultima monografica dedicata dalla Ville Lumière a uno dei Maestri del Simbolismo, il belga Fernand Khnopff. Oggi la sua arte è al centro della mostra allestita al Petit Palais parigino fino al 17 marzo e curata da Michel Draguet, Christophe Leribault e Dominique Morel: un itinerario animato da oltre un centinaio di opere che testimoniano la creatività trasversale di Khnopff.

Pittore, disegnatore, incisore e scultore, Khnopff seppe guadagnarsi un posto di primo piano nel panorama artistico europeo fin-de-siècle, lavorando al confine tra Ottocento e Novecento e traducendo nei linguaggi visivi a lui più congeniali le istanze del proprio tempo, contestualizzate dalla rassegna francese che include anche capolavori di Gustave Moreau, Klimt e Von Stuck.

Seguendo un andamento non cronologico, l’esposizione prende in esame i temi affrontati da Khnopff, mettendo in luce i motivi ricorrenti nelle sue opere. Dal paesaggio ai ritratti, dalle atmosfere fantastiche ispirate ai Primitivi fiamminghi all’uso peculiare della fotografia, la poetica di Khnopff si inscrive perfettamente nel solco della lezione simbolista.

Grazie a una ricostruzione del suo atelier, la mostra accompagna il pubblico alla scoperta del complesso immaginario di Khnopff, animato da figure misteriose e fantasmatiche, intrise di mitologia.
Ne è un esempio Hypnos, divinità del sonno rappresentata per la prima volta dall’artista nel 1891 come parte integrante dell’opera Chiudo la porta su me stessa (nell’immagine in apertura), un mix di simboli e rimandi che trovano nella figura femminile la loro sintesi.