Il legame tra Antonio Canova e l’antico, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli

27 Marzo 2019

Antonio Canova, Tre Grazie, 1812-16, Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo

Non era finora accaduto che “l’arte sublime” di Antonio Canova venisse indagata e celebrata da un grande progetto espositivo promosso a Napoli. Accadrà dal 28 marzo al MANN – Museo Archeologico Nazionale, sede della mostra evento Canova e l’antico.
Resa possibile grazie al sostegno della Regione Campania, i patrocini del Comune di Napoli, della Gypsotheca – Museo Antonio Canova di Possagno e del Museo Civico di Bassano del Grappa, l’esposizione è stata realizzata in collaborazione con Ermitage Italia. Ben sei sono infatti le opere concesse in prestito per questo appuntamento dal Museo di San Pietroburgo, sede museale che conserva una cospicua collezione di capolavori marmorei dello sculture e pittore originario di Possagno.

Curata da Giuseppe Pavanello e aperta fino al 30 giugno, la rassegna accende i riflettori sulla produzione del Maestro italiano, proponendo un itinerario tra marmi, gessi, bozzetti, disegni e tempere associati a importanti opere appartenenti al museo partenopeo. Obiettivo della mostra, affiancata da una serie di itinerari che analizzeranno il rapporto tra l’artista e la città di Napoli, da laboratori e da attività didattiche con focus anche sulla tecnica messa a punto dall’autore, è infatti avanzare un confronto, per analogia e per opposizione, tra le opere di Canova e le opere classiche.
Una modalità espositiva e un approccio curatoriale che consentiranno di cogliere il significato delle affermazioni dell’importante esponente del Neoclassicismo; per Canova, infatti, il classico non andava copiato, piuttosto “bisognava mandarselo in mente, sperimentandolo nel sangue, sino a farlo diventare naturale come la vita stessa“.

[Immagine in apertura: Antonio Canova, Tre Grazie, dettaglio, 1812-16, Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo]