Giorgio de Chirico e la Metafisica in mostra a Genova

30 Marzo 2019

Giorgio de Chirico, Piazza d'Italia (Souvenir d'Italie), 1924-25, olio su tela, cm. 60 x 73, MART 2173, Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Collezione L.F. © Archivio Fotografico e Mediateca MART © Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma, by SIAE 2019

Sono trascorsi 25 anni dall’ultima mostra dedicata da Genova a Giorgio de Chirico e oggi il Palazzo Ducale riporta nella città ligure uno degli indiscussi Maestri dell’arte italiana. Giorgio de Chirico. Il volto della Metafisica, a cura di Victoria Noel-Johnson, riunisce 100 opere realizzate dal Pictor Optimus durante la sua carriera, approfondendo il legame tra l’artista e la Metafisica.

Fino al 7 luglio, dunque, il pubblico potrà immergersi nelle atmosfere pittoriche evocate da de Chirico e organizzate per l’occasione attorno a una serie di nuclei tematici quali il viaggio e il ritorno, la Natura, gli esterni e gli interni metafisici, le figure e la tradizione. Il tutto nel solco dei dettami metafisici, rispetto a cui de Chirico prese una posizione netta nel 1919 affermando: “Come i frutti autunnali, siamo ormai maturi per la nuova metafisica. Siamo esploratori pronti per altre partenze”.

Una partenza che, secondo la curatrice, non significherà mai un abbandono della Metafisica, ma un costante ritorno a essa, nella logica di una “Metafisica continua”. “L’intero corpus dechirichiano ‒ nonostante le variazioni di stile, tecnica, soggetto, composizione e tonalità di colore ‒ è da considerarsi metafisico. Influenzate dalla filosofia del tardo Ottocento, ed in particolar modo da Nietzsche, le opere di de Chirico esplorano il capovolgimento del tempo e dello spazio, con prospettive e ombre illogiche, utilizzando spesso il dépaysement, giustapposizioni senza senso di oggetti comuni in ambienti inaspettati”.

In base a questa lettura, già sostenuta dallo studioso Maurizio Calvesi, la pittura di de Chirico non avrebbe smesso di fornire una propria interpretazione della Metafisica, come sottolineato dalla curatrice: “Scrivendo a Guillaume Apollinaire nel 1916, de Chirico racconta come il filosofo greco Eraclito ‘ci insegna che il tempo non esiste e sulla grande curva dell’eternità il passato è uguale all’avvenire’”.

[Immagine in apertura: Giorgio de Chirico, Piazza d’Italia (Souvenir d’Italie), 1924-25, olio su tela, cm. 60 x 73, MART 2173, Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Collezione L.F. © Archivio Fotografico e Mediateca MART © Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma, by SIAE 2019]