L’immaginario di Leonardo da Vinci in mostra a Milano

22 Aprile 2019

Leonardo da Vinci Immaginario Palazzo Reale Milano

Fra i molti eventi internazionali che celebrano il genio di Leonardo da Vinci a 500 anni dalla sua morte, Milano ha scelto di ricordare lo straordinario artista con una mostra che fa immergere il pubblico nel suo immaginario. Leonardo. La macchina dell’immaginazione, a cura di Treccani e Studio Azzurro con il supporto di Arthemisia, crea un racconto multimediale che mette in luce i nuclei chiave della poetica leonardesca.

Fino al 14 luglio, i visitatori di Palazzo Reale potranno dunque “evocare” le parole di Leonardo interagendo con grandi macchine scenografiche, liberamente ispirate ai disegni dell’artista e realizzate da Studio Azzurro integrando svariati strumenti e linguaggi ‒ dal video all’animazione alla grafica. Luce e voce sono i mezzi privilegiati per interagire con i dispositivi della mostra, facendo così emergere le parole – e il pensiero – di Leonardo.

Scandita da 7 installazioni, 5 delle quali interattive, la rassegna è suddivisa in sezioni che richiamano gli ambiti di lavoro leonardeschi ‒ Le Osservazioni sulla natura, La città, Il paesaggio, Le Macchine di pace, Le Macchine di guerra, Il Tavolo anatomico, La pittura ‒ attraverso una narrazione video ora iperrealistica ora quasi astratta.

Le parole dello storico dell’arte Edoardo Villata, che ha affiancato Studio Azzurro sul fronte delle competenze scientifiche, chiariscono la struttura della mostra: “Il visitatore si troverà quindi a contatto con alcuni esempi delle idee e degli studi di Leonardo: la veduta a volo di uccello, le macchine, sia a uso civile, sia a uso militare, le mappe, gli studi sull’anatomia dei cavalli e dei volatili; ma anche a terrificanti immagini di diluvio, a volti trasfigurati dall’ira, a malinconici pensatori, a tenere e divertite immagini di cani, di gatti o di granchi. Il tutto sempre commentato da suoni, che talvolta accennano a diventare un abbozzo di frase musicale, e da citazioni tratte dai manoscritti leonardeschi”.