Arrivano ad Aosta gli animali fotografati da Steve McCurry

10 Maggio 2019

Steve McCurry Mongolia Anno: 2018 Credito fotografico: © Steve McCurry

Animals ci invita a riflettere sul fatto che non siamo soli in questo mondo. In mezzo a tutte le creature viventi attorno a noi. Ma soprattutto lascia ai visitatori un messaggio: ossia che, sebbene esseri umani e animali condividano la medesima terra, solo noi umani abbiamo il potere necessario per difendere e salvare il pianeta“. Sono queste parole scelte dalla curatrice della mostra Animals – Steve McCurry, Biba Giacchetti, in occasione del debutto al MUDEC di Milano del progetto espositivo che da qualche giorno è visitabile al Centro Saint-Bénin di Aosta.
La sede espositiva valdostana, fino al 6 ottobre prossimo, invita a prendere parte al viaggio nel mondo degli animali compiuto da Steve McCurry, tra i più celebri fotografi della nostra epoca, autore di straordinari reportage e dell’iconico ritratto Ragazza afgana, realizzato a metà degli anni Ottanta in un campo profughi vicino a Peshawar, in Pakistan.

Organizzata da Sudest57 e dalla Regione Autonoma Valle D’Aosta, la mostra riflette una precisa volontà dell’artista: testimoniare il modo in cui le scelte compiute dall’uomo si riflettono sull’ambiente, con particolare riguardo per il destino degli animali.
I 60 scatti inclusi nel percorso espositivo includono le opere del nucleo originario del progetto Animals, avviato da McCurry nel 1992 durante una missione nell’area del Golfo, in quel periodo al centro di un violento conflitto. Il fotografo documentò il disastroso impatto ambientale e faunistico di quella guerra.
Da quel momento in poi, l’attenzione verso gli animali non è mai venuta meno, traducendosi in ulteriori lavori nei quali il fotografo ha testimoniato temi come lo sfruttamento o la difficoltà legate alla sopravvivenza, ma anche le profonde relazioni e il “simbiotico affetto” che intercorrono tra gli uomini e gli altri esseri viventi in ogni angolo del mondo.

[Immagine in apertura: Steve McCurry, Mongolia, 2018 © Steve McCurry]