La camaleontica arte di Cindy Sherman, a Londra

30 Giugno 2019


Con le sue opere visive ha saputo interpretare la contemporaneità grazie a uno sguardo vigile e una buona dose di ironia. Stiamo parlando di Cindy Sherman, artista fra le più istrioniche di sempre, protagonista della mostra ospite della National Portrait Gallery di Londra fino al 15 settembre.
La rassegna, che porta il suo nome, è animata da circa 180 opere provenienti da collezioni pubbliche e private; comprende la celeberrima seria Untitled Film Stills, esposta per la prima volta oltremanica.

Avviata nel 1977, subito dopo il trasferimento della Sherman a New York, la serie è composta da 70 immagini, nelle quali l’artista “mette in scena” l’immaginario cinematografico degli anni Cinquanta e Sessanta, da Hollywood ai B movies fino al cinema sperimentale europeo. Servendosi di travestimenti e acconciature studiate ad hoc, la Sherman si cala in personaggi via via differenti, evocando epoche e atmosfere.

Oltre alla suggestiva serie, la mostra londinese ne affianca altre, che vanno da Rear Screen Projections a Centrefolds, da History Portraits a Fairy Tales, da Sex Pictures a Clowns, senza dimenticare la serie Cover Girl, realizzata dalla Sherman nel 1976, quando era ancora una studentessa, sovrapponendo il proprio volto a una copertina di Vogue e ricorrendo a pose ogni volta diverse.

La mostra londinese punta a mettere in luce l’abilità di Sherman nell’utilizzare il piano della finzione come terreno su cui sviluppare la propria ricerca creativa. Giocando con la percezione del pubblico e con una galleria di stereotipi smascherati dalle immagini alle quali l’artista dà vita.

[Immagine in apertura: Cindy Sherman, Untitled Film Still #21, 1978, courtesy of the artist and Metro Pictures, New York]