La natura “in cornice” di Matteo Fato

11 Luglio 2019


Dopo il debutto del 2018, il progetto di arte sostenibile nei boschi Arteparco si arricchisce di una nuova opera. Ad Animale ‒ Vegetale (Il Cuore) , realizzata lo scorso anno dall’artista e designer italiano Marcantonio, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ‒ il più antico a livello nazionale e tra i più antichi su scala europea ‒, fa seguito una seconda installazione site specific, visibile dal 14 luglio.

Questa volta l’incarico è stato affidato a Matteo Fato, autore di (specchi angelici), opera animata da tre riproduzioni di un cavalletto antico da pittore, realizzate in legno naturale, nel contesto unico delle Foreste Vetuste, riconosciute Patrimonio dell’UNESCO nel 2017 (nell’immagine in apertura un dettaglio del render). Abruzzese doc ‒ è nato a Pescara nel 1979, dove risiede e lavora -‒, l’artista ha scelto di prendere parte ad Arteparco attraverso un intervento che incoraggia il confronto con un eccezionale sito naturalistico, proponendo nello stesso tempo una sorta di “fusione” dell’opera con la natura, grazie all’impiego del legno.

A soffermarsi sulle peculiarità e sugli obiettivi di (specchi angelici) è stato lo stesso Fato, definendo questo lavoro “un dono al Parco Nazionale” e facendo proprie le parole che a esso ha voluto dedicare il filosofo Gianni Garrera. “… Come tutto il mondo in un angelo è totalmente angelico, così tutto il mondo in un dipinto è totalmente pittorico… Creare è stato per Dio ritirarsi e rinunciare a essere tutto. Come Dio si è ritirato per far essere il mondo, così il pittore partecipa alla creazione del mondo decreando se stesso. Il pittore di paesaggio opera in questa maniera, ritirando il proprio io per far posto nel quadro alla Natura. Ogni vero quadro di Natura implica la decreazione dell’io“.
Tra i più interessanti autori del panorama contemporaneo, Fato realizza soprattutto opere pittoriche, senza tuttavia sottrarsi al confronto con i generi della scultura e dell’installazione. Le strutture in legno che racchiudono e circondano molte delle sue opere più recenti vengono considerate un tratto distintivo del suo linguaggio.