Una “Palermo Felicissima” in trasferta a Shanghai

2 Novembre 2012


Ci sono punti di riferimento per la cultura internazionale come Londra e Berlino. Metropoli come Mosca e San Francisco. Città dinamiche come Barcellona ed altre realtà emergenti, come Istanbul. E poi c’è Palermo. Il capoluogo siciliano ottiene l’invito alla nona edizione della Biennale di Shanghai, appuntamento che apre all’arte le porte d’oriente: venti i “City pavillion” allestiti, spazi assegnati ad altrettante città del mondo per significare la loro evoluzione. L’Italia c’è. Con Palermo appunto.

Otto milioni i visitatori attesi per una rassegna che, inaugurata ad ottobre, prosegue fino al prossimo 31 dicembre. Spazi imponenti quelli messi a disposizione dall’organizzazione, che offre i 41mila metri quadri dell’ex centrale elettrica teatro dell’ultimo Expo: una cornice destinata ad accogliere il nascente Museum of Contemporary Art. Un’occasione di visibilità incredibile per il progetto elaborato da due giovani curatori, Laura Barreca e Davide Quadrio. Quest’ultimo già da tempo attivo in estremo oriente.

La partecipazione italiana prende spunto (e nome) da un testo degli anni Trenta, con cui Nino Basile celebrava una “Palermo Felicissima”. L’anima della città irrompe calda e suadente attraverso le opere di artisti siciliani come Manfredi Beninati; ma anche grazie agli interventi di chi, è il caso di Vanessa Beecroft, pur non avendo un legame così stretto con Palermo ha saputo relazionarsi con il suo tessuto urbano e culturale, con la sua storia, in modo vincente.

Ampio risalto a performance e installazioni, con magnetici interventi site-specific. Suggestivi quelli proposti da due artisti nati a migliaia di chilometri da Palermo, ma non per questo insensibili al fascino della città: Lee Kit, originario di Hong Kong, ricostruisce un tipico bar siciliano; mentre Guo Hongwei omaggia con due grandi tele il mare, individuando l’ipotetico punto di unione tra est ed ovest. Documento straordinario il balletto ideato da Pina Bausch, a memoria del suo soggiorno in città a fine anni Ottanta.