Addio a Gabriele Basilico. Innamorato delle città

14 Febbraio 2013


Ha raccontato le città come fossero persone. Trattando quartieri e isolati alla stregua di volti e corpi; indovinando, nelle pieghe delle strade e del cemento, il carattere peculiare di intere comunità. Leggendo nelle stratificazioni della storia, memoria del passaggio incessante dell’uomo, il segno profondo di tensioni sociali e trasformazioni culturali: un biografo, più che un cronista. Un poeta dell’immagine, più che un fotografo.

Stupore e dolore per la morte, improvvisa, di Gabriele Basilico. Scomparso, nella sua Milano, all’età di 69 anni, stroncato da un male tanto fulmineo quanto implacabile. Con Basilico se ne va un artista capace di “decifrare le contrapposizioni più stridenti e dare dignità anche ai luoghi più derelitti”, come ha ricordato in una nota l’assessore alla cultura del capoluogo lombardo, Stefano Boeri.

Ed è proprio con testimonianze dalle aree più disagiate del mondo che Basilico si è imposto all’attenzione della critica e del pubblico internazionali. Memorabile il suo lavoro di documentazione su Beirut: ecco, ad inizio Anni Novanta, i drammatici scatti che hanno saputo trasmettere al mondo intero il dolore e l’orgogliosa frenesia di reazione di una terra ferita, massacrata e umiliata. Ma non per questo privata della sua forza straordinaria.

Dall’inevitabile racconto dell’amata Milano a quello di Berlino, passando per indagini trasversali sulle evoluzioni del tessuto urbano nei paesi emergenti: uno sguardo trasversale, intenso, di rara e suggestiva lucidità. Il racconto di un prezioso testimone del nostro tempo, raccolto in un documentario straordinario diretto da Giampiero D’Angeli e prodotto da Giart. Giovedì 14 febbraio, alle 19.15, Sky Arte HD ricorda Gabriele Basilico. L’eccezionale esperienza di un maestro indimenticabile.