Oscar 2013: tutto come da copione. O quasi

25 Febbraio 2013


L’ottantacinquesima edizione dei premi Oscar va in archivio con poche sorprese: rispettati in modo pressoché totale i pronostici della vigilia. Nessun vero vincitore, forse; ma un unico reale sconfitto: Steven Spielberg. Il suo “Lincoln”, biopic dedicato ad uno tra i presidenti più amati della storia americana, non ottiene i favori dell’Academy. E suona ironico, allora, che a nominare il miglior film dell’anno sia Michelle Obama.

La lettura del verdetto più atteso arriva in collegamento da Washington: è la voce della prima first lady afroamericana della storia a bocciare Spielberg e premiare “Argo”, film che ha visto dietro la macchina da presa un inedito Ben Affleck. A lui il compito di raccontare il colpo di mano con cui, nel 1980, i servizi segreti hanno liberato parte del corpo diplomatico americano sequestrato in Iran a seguito della rivoluzione khomeinista.

Il premio per la miglior regia va, unica vera sorpresa, ad Ang Lee per “Vita di Pi”; a entrare nella storia è Daniel Day Lewis, che per la propria interpretazione nel ruolo di Abraham Lincoln conquista la terza statuetta in carriera come miglior protagonista: un record. Anche l’Oscar al miglior attore non protagonista pareva già assegnato in partenza: a trionfare è Christoph Waltz, autentico mattatore nel “Django Unchained” di Quentin Tarantino.

L’emozione gioca un brutto scherzo a Jennifer Lawrence, che scivola al momento di raggiungere il palco per ritirare il premio come miglior attrice protagonista. Nessun inciampo, invece, per le regine della voce che hanno omaggiato i cinquant’anni dal primo film della serie di 007: a strappare applausi Adele (vincitrice dell’Oscar per la miglior canzone originale, naturalmente “Skyfall”), ma soprattutto l’intramontabile Shirley Bassey.