Opere trafugate: il Metropolitan restituisce due statue alla Cambogia

7 Maggio 2013


Anche uno tra i più importanti musei al mondo può commettere errori. Ulteriore motivo di grandezza la capacità di fare ammenda e tornare sui propri passi: qualcosa non ha funzionato a dovere, tra 1987 e 1992, negli uffici del Metropolitan di New York. Quando è stata accettata, in due tranche, la donazione di opere che si è scoperto solo in seguito essere state trafugate da un’area archeologica del sud est asiatico. Dove ora stanno per tornare.

L’istituzione americana ha stretto un accordo con il governo di Phnom Pehn, legittimo proprietario di due preziose statue del periodo Khmer sottratte illecitamente dal sito di Koh Ker: i reperti, datati decimo secolo e per vent’anni esposti nelle sale del museo, prenderanno al più presto la strada della Cambogia. Da dove erano partiti illecitamente, con la complicità del caos scaturito nel Paese a seguito della guerra civile che negli Anni Settanta ha portato al regime di Pol Pot.

Quello del Metropolitan non è l’unico caso di acquisizione irregolare da parte di una collezione statunitense, se è vero che al Getty Museum di Los Angeles è stata inaugurata nelle scorse settimane quella che è stata definita una vera e propria “operazione trasparenza”. Sono 45mila gli oggetti su cui il museo californiano ha avviato accertamenti, a seguito della progressiva scoperta di numerosi reperti giunti in America per vie illegali. Molti dei quali in arrivo dall’Italia.

La MagnaGreciaè stata autentico terreno di conquista per tombaroli e trafficanti senza scrupoli: a partire dal Cratere di Eufronio sono decine i capolavori di arte antica giunti in via non ufficiale al Getty, che sta progressivamente procedendo alle opportune restituzioni. Episodio limite quello della Venere di Morgantina, tornata in Sicilia solo nel 2011: un caso che ha fatto giurisprudenza, con la sentenza più severa mai comminata dalla giustizia italiana per il reato di esportazione clandestina di reperto archeologico.