Biennale di Venezia: tutto il mondo in mostra ai Giardini

1 Giugno 2013


Il primo è stato realizzato nel 1895, l’ultimo – quello della Corea del Sud – esattamente cento anni dopo. Un secolo di storia e tradizione per i ventinove padiglioni nazionali che arricchiscono i Giardini della Biennale, vere e proprie case dove accogliere arte da ogni angolo del globo. Diversi gli appuntamenti imperdibili in occasione di questa 55esima edizione dell’evento: ecco un breve vademecum su cosa è tassativamente vietato trascurare.

Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania: sono tra le nazioni più importanti al mondo quando si tratta di cultura artistica, una visita ai rispettivi padiglioni è imprescindibile. Curiosa la scelta di tedeschi e francesi, per tradizione reciprocamente freddi, che scelgono invece di scambiarsi gli spazi: Berlino chiama solo artisti stranieri, con la foresta di sgabelli di Ai Weiwei, l’indagine fotografica sul Sudafrica di Santu Mofokeng e i video di Dayanita Singh e Romuald Karmakar.

Anche la Francia opta per un artista straniero. Anri Sala nasce in Albania, ma da tempo vive a Parigi: coinvolgente il suo omaggio, tra musica e immagine, al compositore Maurice Ravel. Scelte autarchiche invece per la Gran Bretagna, con Jeremy Deller a raccontare il proprio Paese attraverso il rapporto arcano con la magia, e gli Stati Uniti: spettacolari le macchine impossibili architettate da Sarah Sze. Gioca anche il Canada: un teatrino dell’assurdo, vagamente Belle Epoque, quello orchestrato da Shary Boyle.

Esperienza da vivere quella proposta nel Padiglione Corea da Kimsooja: prima l’immersione in una vera e propria casa degli specchi, nella quale aggirarsi a piedi nudi immersi in rifrazioni abbaglianti, poi il tuffo in una stanza anecoica, completamente buia e insonorizzata. Non mancano le performance: una scatola bianca il Padiglione Romania, dove Alexandra Pirici e Manuel Pelmus muovono quattro attori quasi fossero marionette, a mettere in scena la loro storia della Biennale; Vadim Zakharov fa piovere monete dal soffitto del Padiglione Russia, mentre un performer, abbarbicato su una trave, osserva pensoso la scena…