Architetture di domani. Al MAXXI sono già realtà

1 Luglio 2013


Un prisma aerostatico, leggerissimo, sospeso con surreale effetto di meraviglia sulla piazza antistante il museo, in un dialogo di forte suggestione con gli angoli arditi della struttura disegnata da Zaha Hadid. Si chiama He , nulla a che vedere con il pronome inglese ma richiamo al simbolo chimico dell’elio: è il progetto vincitore di una nuova edizione del Young Architect Program a cui aderisce il MAXXI. E che vede la realizzazione del progetto per un’area eventi temporanea che accompagni l’estate del museo romano.

Il progetto, istituito nel 2000 a New York, nasce nell’orbita del PS1, dependance sperimentale del MoMA in quel di Long Island. L’idea di un contest che chiami in causa giovani studi di architettura, offrendo l’opportunità di misurarsi con un contesto di prestigio, aggrega in breve tempo altre importanti realtà internazionali. Il MAXXI, appunto; ma anche CONSTRUCTO, centro culturale che anima Santiago del Cile e – per la prima volta quest’anno – l’Istanbul Modern.

Circa quaranta i progetti in concorso per l’installazione romana, assegnata allo studio torinese bam!; i cinque lavori giunti in finale sono in mostra nella Sala Scarpa del museo fino al prossimo autunno. A convincere la giuria il gioco di una struttura che asseconda con la sua apparente assenza di peso il flusso del vento, mutando continuamente il proprio profilo. Una struttura viva, che riflette luci e colori, trasformandosi in ideale lanterna capace di accendersi di suggestione.

Un’architettura futuribile, che è già divenuta realtà. Al pari di quelle presentate in mostra alla Triennale di Milano, dove in queste settimane sono esposti i migliori progetti che hanno partecipato alla venticinquesima edizione del Premio Mies van der Rohe. A trionfare è Harpa , avveniristico centro culturale in fase di costruzione a Rejkyavik: struttura basata sulle più avanzate teorie della domotica e della sostenibilità ambientale, ideata dallo studio Henning Larsen con la collaborazione dell’artistar Olafur Eliasson.