Firenze, le sculture di cenere di Zhang Huang

22 Agosto 2013


Una materia effimera per definizione, simbolo stesso della fugacità e della labilità del presente. Compattata e manipolata, elaborata in un processo che le conferisce carattere di imprevedibile solidità, aprendo nuovi profondissimi scenari concettuali. Crea attraverso la cenere Zhang Huang, tra i più interessanti artisti cinesi di oggi. In mostra a Firenze fino al prossimo 13 ottobre, nella doppia cornice di Palazzo Vecchio e del Forte del Belvedere.

Sia il palazzo comunale sia la fortezza medicea, spazio restituito alla collettività dopo anni di chiusura, sono oggetto dell’open day realizzato in collaborazione con Il Gioco del Lotto. Appuntamento sabato 24 agosto: ingresso libero e visite guidate gratuite, occasione privilegiata per entrare in contatto con il raffinato universo di un artista che sa gettare solidissimi ponti in grado di unire culture tra loro distanti. Nel segno di un poetico misticismo.

I volti sono quelli di Buddha, Confucio, Gesù Cristo. Dipinti e plasmati con la cenere, dunque; ma anche fusi in bronzo o scolpiti nel marmo di Carrara, omaggio di un ospite rispettoso alla terra di Donatello e Michelangelo. L’iconografia si spoglia di ogni possibile riferimento liturgico o cultuale, lasciando intatta la potenza evocativa della pura effige; nella definizione di un’arte sacra che esalta come unica vera divinità l’uomo. Portatore di cultura, tradizione, emozione.

Al passato appartiene la sfera della memoria, al futuro quella della speranza. La religione si fa mitologia, popolata di eroi più che di santi, figure dotate di una fisicità ancestrale. Dirompenti nell’emersione di frammenti instabili, frutto di archeologie impossibili che testimoniano la fragilità del contemporaneo. Zhang Huang esorcizza debolezze che accomunano popoli e culture tra loro distanti, tessendo la trama di una affascinante storia universale. In costante divenire.