Il neoclassicismo di Canova in mostra ad Assisi

14 Agosto 2013


L’uomo, il mito, l’assoluto. Sono tre i percorsi tematici attorno cui si snoda la mostra che Assisi dedica ad Antonio Canova, genio assoluto della sublime stagione del neoclassicismo. Sessanta le opere accolte nelle sale di Palazzo Monte Frumentario dal 10 agosto e fino al prossimo mese di gennaio, per un evento che fotografa in maniera completa l’intera parabola creativa dell’artista. Guardando alle più celebri sculture, ma anche alla sua attività di pittore e incisore.

I pezzi esposti, in gran parte provenienti da quel tempio canoviano che è la Gipsoteca di Possagno, si intrecciano tra loro con spettacolare armonia. L’eterea Maddalena penitente , insieme ai bozzetti per i monumenti funebri dei papi Clemente XIII e XIV, sono tra i pezzi che meglio documentano il rapporto tra Canova e l’arte sacra; là dove l’attenzione rivolta alla figura di Napoleone Bonaparte testimonia invece il volto dell’artista protagonista del proprio tempo.

Il bassorilievo raffigurante la danza dei figli di Ancinoo, le forme sinuose dell’Endimione dormiente ma soprattutto la commovente bellezza delle cosiddette Grazie di Bedford  riportano l’attenzione sul catalogo delle opere mitologiche di Canova. Esemplari di inarrivabile eleganza, traduzione plastica di quella trasmissione dei canoni estetici della classicità traghettati nell’età moderna grazie allo sguardo estatico di teorici e filosofi del calibro di Winckelman.

L’evento di Assisi rappresenta un unicum. Solo in altre due occasioni – per le mostre di San Pietroburgo e Cracovia – si è ottenuto un numero così ingente di prestiti da parte del Museo Canova; con opere che per la prima volta si trovano esposte insieme agli autografi canoviani di una delle più importanti collezioni umbre. Quella dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, beneficiaria per volontà dell’artista stesso di parte della sua eredità.