Trento, draghi in mostra al Castello del Buonconsiglio

27 Agosto 2013


Il titolo, divertito e un po’ misterioso, evoca antiche ricette stregonesche, rimanda a un universo magico, onirico, affascinante. La fantasia è al potere in quel di Trento, con il Castello del Buonconsiglio che si popola fino al prossimo gennaio di Sangue di drago, squame di serpente  , mostra che indaga l’inconografia del fantastico. Dalle più antiche civiltà del Mediterraneo fino ai giorni nostri, camminando lungo il sentiero che separa mitologia e leggenda.

La cornice dell’evento non è certo casuale. Le austere sale del castello portano su muri e soffitti gli affreschi di Dosso Dossi e del Romanino, tra unicorni e basilischi; creature immaginarie che popolano anche lo straordinario bestiario tardomedievale raffigurato nel Ciclo dei Mesi della Torre Aquila. Una location da sogno, che accoglie reperti archeologici di epoca romana e in arrivo dalla Magna Grecia: ori, monili, vasi istoriati con figure meravigliose, tra cerberi e centauri.

Gli stessi soggetti mitologici trattati, secoli dopo, da Tiziano e Tintoretto; sublimi gli argenti e i bronzi secenteschi in prestito dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, con sfingi e mostri finemente cesellati. Il gusto barocco per il bizzarro trascende in un clima da autentica wunderkammer: da alcune tra le collezioni più importanti d’Italia e d’Europa ecco gli oggetti e i memorabilia collezionati nel Sei e Settecento, tra ossa di unicorno e scheletri di sirena.

Dal passato al presente, la suggestione del fantastico conquista anche il contemporaneo. Ad accogliere il pubblico della mostra è il gigantesco drago dello scenografo Gigi Giovanazzi, che sfida ad intrufolarsi tra le sue fauci; elegantissimo lo zoo in vetro di Alberto Gambale, delicate le statuette antropomorfe dell’argentina Silvia Levenson, con piccole dee moderne dal corpo femminile e il volto di cervo. O di lupo.