Essere artista oggi. In una mostra al Museion

3 Settembre 2013


Ci sono le opere d’arte, naturalmente. Quelle più recenti di Ai Weiwei e quelle storiche di Marcel Duchamp, celebrato attraverso quei provocatori musei portatili che erano le sue celebri boîte-en-valise . Ma ci sono, soprattutto, riflessioni acute attorno al senso e al metodo, alla prassi e alla filosofia. Cosa significa, oggi, allestire una mostra? Una risposta, forse non definitiva ma certo importante, arriva dalle sale del Museion.

Il Museo d’Arte Moderna di Bolzano accoglie fino al 3 novembre i Little Movements  registrati da Liu Ding e Carol Yinghua Lu, tappa europea di un progetto di studio che parte dall’Estremo Oriente. E sonda, con la precisione di un sismografo, le scosse potenti o leggerissime che agitano il mondo dell’arte contemporanea, documentando l’andamento di un flusso di corrente che porta suggestioni e riflessioni, ipotesi e analisi.

Interviste, incontri e scontri, dibattiti, discussioni più o meno accese. Una mole di materiale che spazia a trecentosessanta gradi, partendo dagli avveniristici progetti espositivi di Anton Vidockle, padre insieme a Julieta Aranda del progetto (con annessa rivista) e-flux  e  arrivando alla letteratura cosmopolita di Han Dong. Passando per le architetture più o meno possibili del belga Luc Deleu, autore negli Anni Ottanta di un manifesto che richiama i progettisti alle proprie responsabilità intellettuali e concettuali.

L’orizzonte si allarga, allora, abbracciando un più ampio senso del “fare arte”. Con i diciassette protagonisti intercettati da Ding e Yiunghua Lu che propongono la propria visione peculiare, contributo alla determinazione del ruolo del creativo nella società contemporanea. Un ruolo in crisi, distratto dalle esigenze del mercato – o meglio: dei mercati – e dalle innumerevoli variabili che pesano e ingolfano il rapporto altrimenti immediato e armonico tra l’artista e il suo pubblico.