Allora & Calzadilla, arte militante in mostra a Milano

23 Ottobre 2013


Alla Biennale di Venezia del 2011, chiamati a rappresentare gli Stati Uniti, hanno scelto di ribaltare un carro armato e porre tra i suoi cingoli un tapis-roulant; invitando i giovani campioni della nazionale di ginnastica a stranianti ed evocative sessioni di jogging. Manifesta critica sociale, vestita da un surreale senso per il paradosso quella messa in scena da Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla. A Milano per la loro prima grande mostra in uno spazio pubblico italiano.

La regia è quella di Massimiliano Gioni, curatore dell’edizione della Biennale tutt’ora in corso, chiamato da Fondazione Trussardi ad un percorso che apra alla città, grazie all’arte contemporanea, luoghi altrimenti dimenticati. E così, dopo Pipilotti Rist al dismesso Cinema Manzoni e Cyprien Gaillard nell’ex panificio militare della Caserma XXIV Maggio tocca a Palazzo Cusani, sede nel cuore di Brera del Circolo Ufficiali dell’Esercito, svelarsi al pubblico.

Un evento, quello accompagnato dal media coverage  di Sky Arte HD, che vede la coppia di artisti declinare il proprio percorso, con sublime senso di poesia, al contesto che li ospita. Una mostra in tutto e per tutto “italiana”, quasi influenzata dalla vicinanza spaziale con il Teatro alla Scala: è la musica infatti la grande protagonista di buona parte delle istallazioni e delle performance – tutte recentissime o prodotte ex novo  per l’occasione – presentate a Milano.

Una montagna di polietilene nasconde cantanti in carne d’ossa, chiamati a esprimere in forma di arie d’opera brani di discorsi dei grandi leader politici del Novecento; un musicista, intrappolato all’interno di un pianoforte a coda, tenta di suonare “al contrario” l’Inno alla Gioia  . Passi ritmati, quasi di marcia, quelli di una porta scorrevole umana; inquietante presenza che permette l’accesso a una collezione di video e sculture. Dove torna, tra struggenti flautiste e ironici trombettisti, il tema di una musica che sa enfatizzare, al tempo stesso sdrammatizzando, il senso di ricerca di artisti che amano riflettere sui rapporti di forza che regolano la società contemporanea.