Lirica: lo Strauss di Emma Dante al Massimo di Palermo

21 Gennaio 2014


È un tesoro nascosto, gemma che pochi possono dire di aver conosciuto in prima persona. Almeno in Italia, dove il destino gli ha riservato poche occasioni per essere rappresentato: solo tre, ad essere precisi. L’ultima, quarant’anni fa, all’auditorium della RAI a Torino. Dopodiché il silenzio, interrotto dagli applausi scoscianti del Teatro Massimo di Palermo, dove il Feuersnot  di Richard Strauss ha inaugurato la stagione 2014. E dove resta in cartellone fino al 26 gennaio.

Un inno all’amore l’atto unico musicato da Richard Strauss, appassionata vicenda ambientata in una Monaco fuori dal tempo. Ha reminescenze medievali, aromi quasi boccacceschi, la storia dell’amante punito per la sua intraprendenza, lasciato con l’inganno a penzolare dalla finestra della sua bella. Esposto al ludibrio di una città della quale non tarda a vendicarsi: il sortilegio è lanciato e i tradizionali fuochi di San Giovanni non potranno divampare. Fino a che tutti non lasceranno ardere nel proprio cuore, libere e incontrastate, le fiamme del sentimento.

Quelle stesse fiamme che esplodono sulla scena, con delicata poesia, nell’inevitabile happy end , in un tripudio di colori ed emozioni orchestrato con sublime armonia da Emma Dante. Sua la regia dell’opera, con la scelta vincente di una originale commistione tra diversi linguaggi espressivi: il ruolo che nella tragedia classica è affidato al coro, voce della coscienza dei diversi personaggi, è qui assegnato a un corpo di ballo di trenta elementi. Con l’energia muta del teatro-danza a sottolineare i passaggi più struggenti e ammalianti del dramma.

Una produzione, quella del Feuersnot , nata e cresciuta all’interno del Teatro Massimo. Che testimonia con orgoglio il percorso che ha portato alla costruzione dello spettacolo: nella Sala Pompeiana ecco la mostra che svela, grazie alle fotografie di Rosellina Garbo e ai video di Clarissa Cappellani, i segreti del backstage. Restituendo la tensione emotiva delle prove, la cura nella definizione dei dettagli, l’attesa spasmodica del primo buio in sala.

[nella foto: il “Feuersnot” al Massimo di Palermo © Franco Lannino / Studio Camera]