Louise Bourgeois: la donna come opera d’arte

6 Gennaio 2014


Ha mosso i primi passi all’ombra del Surrealismo. Ha frequentato Marcel Duchamp, aprendo il proprio orizzonte creativo alle più svariate e frizzanti possibilità espressive; declinate con incredibile originalità nell’arco di una carriera lunghissima. Louise Bourgeois ha attraversato da protagonista l’intero Novecento, costruendo con le proprie sculture universi dal fascino incredibile. Ferocemente e crudamente reali, ma al tempo stesso visionari ed onirici.

Dopo le recenti ricche retrospettive ospitate a Londra, Parigi e al Guggenheim di New York, è la Scottish National Gallery of Modern Art di Edimburgo ad accogliere – fino al prossimo 18 maggio – un affascinante approfondimento sull’ultima stagione creativa dell’artista. Puntando i riflettori sulla sua indagine insieme più intima e universale: quella dedicata alla donna. Celebrata dal punto di vista culturale e spirituale, ma anche profondamente fisico e sensuale.

Si parte dall’elegantissima Spiral Woman  del 1984, figura senza peso e senza tempo, obliata nei connotati e trasfigurata quindi in immagine di eterea e verginale perfezione; e si arriva inevitabilmente ad uno dei suoi celeberrimi ragni, sculture di fragile potenza esplicitamente dedicate alla madre. Seguendo passaggi di grande coerenza concettuale ma brillante eclettismo formale, espressione di una vitalità linguistica che svaria dagli esorcismi di Filette , con la dicotomia tra maschile e femminile rappresentata da iconiche forme falliche, ai grandi sferzanti disegni della serie A L’infini .

Una donna forte Louise Bourgeois, scomparsa quasi centenaria nel 2010. Orgogliosa nel difendere se stessa e la sua arte durante gli anni del maccartismo, protagonista negli Anni Settanta nel sostenere l’emancipazione della donna; e ancora, nell’ultima sua fase creativa, accanto ai movimenti per i diritti degli omosessuali e in prima linea nella lotta contro le discriminazioni a danno dei malati di AIDS. Un’artista combattente, straordinaria e modernissima interprete del suo tempo.

[Nella foto: Louise Bourgeois, Untitled, 2010 – Tate and National Galleries of Scotland – photo Christopher Burke, © The Easton Foundation]