Muore Claudio Abbado, in lutto il mondo della classica

20 Gennaio 2014


Si è spento a Bologna, sua patria d’elezione, città nella quale si è fatto promotore e sponsor entusiasta – negli ultimi anni – dell’avveniristico progetto per un nuovo auditorium disegnato da Renzo Piano e dal genio dell’acustica Yasuhisa Toyota. Segno, questo, della passione irrefrenabile di un protagonista assoluto della scena artistica non solo italiana; del suo sguardo sempre rivolto al futuro. Scompare all’età di ottant’anni, compiuti nello scorso mese di giugno, Claudio Abbado.

Il direttore d’orchestra era malato da tempo: le difficili condizioni di salute lo avevano già portato ad annullare un concerto fissato, il prossimo mese di febbraio, al Petruzzelli di Bari. Con Abbado il mondo della cultura non perde solamente uno straordinario interprete, autore di strabilianti e originalissime letture del grande repertorio della classica; ma anche una figura fondamentale per l’incontro tra la musica colta e le nuove generazioni.

Decine i progetti che hanno visto Abbado lavorare a fianco dei ragazzi: in America Latina, dove è stato al centro dei programmi che proprio attraverso la formazione di orchestre giovanili provano a dare un futuro a chi vive in condizioni di emarginazione sociale; ma anche in Italia, naturalmente. A Bologna è direttore artistico dell’Orchestra Mozart, che raccoglie i maggiori nuovi talenti della scena europea; al Conservatorio di Fiesole devolve gli emolumenti che percepisce, dall’agosto 2013, in qualità di Senatore a vita.

La carriera di Abbado è un crescendo di successi. Nato a Milano nel 1933, debutta alla Scala già nel 1959, diventando dieci anni più tardi direttore musicale di un teatro che contribuirà a rinnovare profondamente. L’esperienza alla Scala gli vale la stima e il rispetto delle maggiori istituzioni del mondo: diventa primo direttore ospite della London Simphony, direttore principale della Filarmonica di Vienna e poi di quella di Berlino. Ereditando così la bacchetta che fu del leggendario Herbert von Karajan.