Roma, un murale ecologico per William Kentridge

14 Gennaio 2014


Mezzo chilometro. E cinquanta metri ancora. È quanto separa, a Roma, il ponte Sisto dal ponte Mazzini: architetture che uniscono Trastevere al rione Regola, cucendo tra loro due aree iconiche della Capitale. Un percorso caratterizzato dai muraglioni che accompagnano la placida corsa del fiume, assunti ora a inedita e affascinante tela d’artista. Per un’opera effimera, studiata per essere segno che si sedimenta nel cuore e nella memoria della città.

Si intitola Triumphs and laments  il colossale intervento a cui sta attendendo in queste settimane William Kentridge, tra i nomi più importanti della scena contemporanea internazionale. Novanta le imponenti figure che ha scelto di rappresentare lungo i cinquecentocinquanta metri del tracciato, attingendo naturalmente – ma non in via esclusiva – a quel bagaglio storico e mitologico che segna in modo ineludibile il codice genetico della Città Eterna.

Gli eroi dell’artista sudafricano compaiono lentamente e progressivamente sui blocchi in pietra dei muraglioni: ombre fugaci, fantasmi eterei accomunati da un destino insieme tragico e sublime. Quello che li vedrà svanire nel nulla. L’opera nasce infatti attraverso la pulitura selettiva della patina di smog che annerisce il manufatto: niente vernice, stencil o spray per un articolato sistema visuale che si dissolverà con il tempo, sotto gli effetti dell’inquinamento. Ma che resterà impresso nell’immaginario della città.

Il progetto di Kentridge, attualmente alle sue fasi preliminari, nasce nell’orbita delle attività di Tevereterno, associazione che dal 2005 si occupa di animare attraverso l’arte contemporanea l’atmosfera del Lungotevere. Grazie al contributo arrivato, nel corso degli anni, da artisti che spaziano da Jenny Holzer a Kiki Smith, ma anche alla collaborazione con i musei della città. MAXXI e Macro in testa.