Musei in trasferta: il Victoria & Albert raddoppia in Scozia

14 Febbraio 2014


L’impresa, faraonica, stava procedendo a rilento. Schiacciata da costi – stimati attorno ai 45 milioni di sterline – che in tempi di crisi non è agevole mettere a bilancio nemmeno se sei tra le nazioni più ricche e potenti d’Europa. Si può dunque dire che il progetto per una nuova sede del Victoria & Albert Museum, in fase di studio a Dundee, abbia centrato il più classico dei terni al lotto: ottenendo dal fondo statale che investe in cultura le tasse sul gioco legalizzato una cifra superiore ai 9 milioni.

Tanto basta per innescare i processi che porteranno, al più tardi entro il 2017, alla nascita del primo distaccamento dello storico museo londinese; che segue così le orme, illustrissime, del Louvre (già raddoppiato a Lens e presto anche ad Abu Dhabi), del Centre Pompidou (a Parigi ma anche a Metz) e del Guggenheim, con le storiche sedi di New York e Bilbao presto implementate da un nuovo spazio negli Emirati Arabi Uniti.

La nuova struttura, la prima dedicata in modo specifico al design mai pensata in Scozia, troverà spazio su un’area di oltre seimila metri quadri a ridosso del fiume Tay, innestandosi in modo organico con uno dei luoghi simbolo della città. Paesaggio su cui insiste la memoria di un passato che ha visto Dundee imporsi come porto commerciale fin dal XV secolo, diventando negli anni della Rivoluzione Industriale una delle principali piattaforme europee per l’industria navale.

Un approdo dedicato all’arte e alla cultura, iconicamente immaginato dall’archistar giapponese Kengo Kuma nel riferimento esplicito al tema della navigazione. Richiama in forma la pianta di una nave, il nuovo museo: la prua slanciata verso l’infinito. Al suo interno un elegante incrocio gallerie espositive, valorizzate da una articolato complesso di aperture che consente di approfittare della luce naturale radiale.