I big del cinema mondiale all’Hong Kong International Film Festival

24 Marzo 2014


Poche rassegne al mondo possono vantare un numero così alto di pellicole partecipanti – quest’anno circa 280 – e un’audience stimata in circa 600mila spettatori. È una vetrina di risalto incredibile l’Hong Kong International Film Festival, che il 24 marzo spegne le sue prime trentotto candeline; facendo della città asiatica un punto di incontro privilegiato tra le diverse anime della scena orientale e le scuole europea e hollywoodiana.

Sono undici le location sparse per la città dove è possibile, fino alla proclamazione dei vincitori fissata il prossimo 31 marzo, perdersi in una vera e propria scorpacciata di film. Partendo dall’assurdo Borgman  di Alex van Warmerdam, presentato con successo all’ultimo Festival di Cannes: surreale commedia nera che ruota attorno a un mefistofelico e misterioso personaggio sospeso tra il Gummo  di Harmony Corine e i crudeli teppisti del Funny Games  di Michael Haneke.

Gioca in casa Black Coal, Thin Ice  del cinese Diao Yinan, fresco di Orso d’oro a Berlino; tra le grandi firme spicca quella dei fratelli Coen con Inside Llewyn Davis e quella dell’imprescindibile Lars von Trier (in proiezione entrambe le parti del suo Ninphomaniac ). Tra i diversi omaggi ai maestri assoluti, con documentari e interviste dedicati a Michael Haneke e Bernardo Bertolucci, anche una completa retrospettiva dedicata a Terrence Malick: partendo dal memorabile La rabbia giovane .

Ognuna delle sei categorie in concorso avrà una propria giuria a determinare il film vincente: di particolare prestigio quella chiamata ad occuparsi della Young Cinema Competition , sezione ovviamente dedicata alle giovani promesse. Passate al vaglio, tra gli altri, anche dall’indimenticabile protagonista di Highlander  Christopher Lambert e da Bong Joon-ho, apprezzatissimo regista del recente Snowpiercer .

[nella foto: una scena da Borgman  di Alex van Warderman]