Non solo Futurismo: Fortunato Depero in mostra ad Aosta

9 Marzo 2014


Può un artista “osare troppo” ? Questo il bonario rimprovero che nel 1916 Umberto Boccioni muove a Fortunato Depero: irrefrenabile nella sua foga di ardito sperimentatore dell’immagine, figura determinante per inquadrare l’arte secondo schemi nuovi, che anticipano il graphic design. È il Museo Archeologico Regionale di Aosta a ricordare, fino al prossimo 11 maggio, la personalità eclettica di un protagonista assoluto della cultura del primo Novecento.

Copre lo spazio, decisivo, di una trentina d’anni l’accurata retrospettiva realizzata grazie all’apporto del MART di Rovereto – la più importante collezione al mondo di opere di Depero: ci si muove da capolavori dei primi Anni Dieci fino ai lavori del Dopoguerra, presentando per la prima volta al pubblico serie e pezzi altrimenti poco noti al grande pubblico: è il caso dei bozzetti per i leggendari Balli Plastici , sintetizzati nel dipinto che nel 1918 ferma su tela le evoluzioni dei danzatori di Tarantella .

Si usa, nel testo critico con cui Alberto Fiz accompagna l’evento, il termine factory  per raccontare il modus operandi di Depero: termine che rende con straordinaria efficacia la modernità di un artista che ha saputo dare sfogo alla propria creatività nei campi più disparati. Oltre ai noti progetti pubblicitari – documentati in mostra quelli per Campari, accolti alla Biennale di Venezia del 1926 – non mancano tarsie e rarissimi frammenti di arazzi, realizzati nel corso degli anni in un articolato e complesso laboratorio che vedeva coinvolti, insieme alla moglie Rosetta, diversi artisti e artigiani. In un processo collettivo e condiviso.

Sono circa cento le opere di Depero presentate ad Aosta, fotografia riuscita dell’eccezionale e dirompente smania creativa di un artista unico e inimitabile. Che passa dagli esordi nel campo della figurazione simbolista – vedi Il taglialegna  del 1912 – alla feconda stagione del Futurismo; incarnando l’idea di artista totale: pittore e scultore, stilista e designer; anche editore come dimostra il progetto, del 1927, per l’eccentrico Libro imbullonato .