Duchamp incontra il Surrealismo. A Stoccolma

16 Aprile 2014


Ha fatto poco o nulla per indirizzare, guidare, indicare la strada, vivendo la propria creatività in modo libero. Eppure è stato identificato come modello da seguire, riferimento cui attenersi per perseguire la propria strada nel mondo dell’arte. Un maestro involontario Marcel Duchamp, subito riconosciuto dagli artisti della sua generazione – a maggior ragione da quelli più giovani – come illustre termine di paragone. In un rapporto dialettico oggetto, a Stoccolma, di un’accurata e intrigante analisi.

Si chiude in questi mesi il trittico allestito da Moderna Museet, che ha deciso di guardare all’opera di Duchamp proprio in relazione al suo confronto con le avanguardie storiche. Prima la mostra dedicata ad uno dei massimi studiosi dell’artista, il critico svedese Ulf Linde; poi quella costruita attorno alle convergenze – e divergenze! – con Picasso. In questi mesi (fino al prossimo mese agosto) l’analisi sul legame, strettissimo con il Surrealismo.

Serrato il confronto tra alcuni dei più celebri ready-made di Duchamp e i grandi capolavori del Novecento custoditi nel museo di Stoccolma. Da un lato pezzi iconici come la leggendaria Fountain  , orinatoio capovolto che tanto scalpore destò alla sua prima apparizione pubblica nella New York di un secolo fa, dall’altro tele di Salvador Dalì e Giorgio de Chirico, Hans Arp e Joan Mirò, Max Ernst e Dorothea Tanning.

Connessioni visuali affascinanti, giocate sulle diverse declinazioni di un comune gusto per l’enigma, l’irrazionale. Declinato con Duchamp nelle sublime architetture ludiche di un’ironia dissacrante; sviscerato invece dai Surrealisti in profonda analisi dell’anima, dei suoi più reconditi anfratti. Nel “corteggiamento” di André Breton, l’ideologo del movimento, a Duchamp la sintesi di una vicinanza ideale strettissima; nella volontà di esporre insieme il riconoscimento di sintonie determinanti per l’evoluzione dell’arte moderna.

[nella foto: The enigma of Wilhelm Tell, 1933 © Salvador Dalí, Fundación Gala-Salvador Dali/BUS 2013]