Libri della settimana: gli “Scritti” di Renato Guttuso

17 Aprile 2014


Lucidità di analisi, profondità di sguardo, curiosità onnivora, spiccata sensibilità. E una facilità narrativa forse inattesa, dote esercitata con pervicacia lungo l’arco di una vita dedicata in tutto e per tutto all’arte. Conosciamo il Renato Guttuso pittore, figura fondamentale nel panorama italiano del Novecento; ora, grazie ad un’opera di ricerca filologica semplicemente monumentale nel apprezziamo finalmente – in modo completo – l’attività di critico e saggista.

Escono per Bompiani gli Scritti del pittore, accuratamente censiti da Marco Carapezza e raccolti in un volume che nella sua ricchezza – si superano le duemila pagine – restituisce l’immagine di un intellettuale a tutto tondo, pienamente coinvolto nell’attualità del proprio tempo ma non per questo alieno ai grandi temi dell’arte universale. L’articolazione dei diversi capitoli spazia dalle pagine politiche alle riflessioni sui grandi modelli del passato, dagli articoli affidati a L’Unità  alle più intime pagine del Diario .

I giudizi espressi da Guttuso sono netti, decisi, precisi, profondamente argomentati. Dalle pagine degli Scritti emerge un rispetto per Picasso che trascende il lato puramente artistico e si veste di una stretta empatia e complicità umana; ma traspare anche l’attenzione per de Chirico e quella per Pollock. Artisti diametralmente opposti per linguaggio formale, ma accomunati da una acutezza di pensiero che offre al critico-artista inesauribili spunti di riflessione.

Che abbia in pugno la penna oppure stringa matite e pennelli, Guttuso non scinde mai la propria arte dalla partecipazione alla vita sociale del Paese: segno di una presa di coscienza profonda del ruolo di un intellettuale volutamente e fortemente inserito nel dibattito politico. Così, tra una riflessione su Giotto e un pensiero a Courbet, non mancano le dure prese di riflessioni, le animose discussioni, le letture appassionate del presente.

[nella foto: Renato Guttuso con Marta Marzotto]