Guglielmo Tell. Un rivoluzionario a teatro

5 Maggio 2014


Il vero protagonista dell’opera? Non è il suo eroe, ma “il popolo” . Così Graham Vick nelle note di regia che accompagnano il Guglielmo Tell  di Gioacchino Rossini, in cartellone al Regio di Torino dal 7 al 18 maggio. Per una messa in scena che popone la versione in quattro atti dell’opera, nella traduzione dall’originale in francese all’italiano operata nel 1831 da Calisto Bassi e rivista quindici anni fa da Paolo Cattelan.

Nelle riflessioni del regista britannico il senso profondo di un capolavoro senza tempo, che sa dare sfogo a un senso di inquietudine sociale forse non dissimile da quello respirato ai tempi di Rossini. E che avrebbe portato all’eroica stagione dei moti rivoluzionari che hanno costruito l’Europa moderna. “Ci siamo tutti noi in quest’opera”  continua Vick. “Noi non siamo solo il popolo forte e indipendente che cerca la patria, ma siamo anche quelli che, guardando dall’altro lato, sfruttano i più deboli. Questo è il soggetto profondo della regia”.

A dare voce alla lotta del leggendario eroe svizzero un cast di respiro internazionale. Partendo dall’esperto baritono Dalibor Jenis, tra i maggiori interpreti rossiniani in attività, chiamato a vestire i panni del protagonista dopo essersi distinto al Regio – un anno fa – nel Don Carlo  di Giuseppe Verdi; al suo fianco il tenore americano John Osborn, che ritrova il ruolo di Melchtal dopo averlo sostenuto, era il 2011, sotto la direzione di Antonio Pappano.

Gradito ritorno anche sul podio: ritrova il “suo” Regio, reduce dalla tournée con la Israel Philarmonic Orchestra e dagli applausi ottenuti al Metropolitan di New York, la bacchetta di Gianandrea Noseda. Altra figura conquistata dalla forza espressiva di un’opera “con cui fare i conti”  , ha dichiarato,  “per riassumere l’esperienza del passato, ricavarne il meglio e proiettarsi nel futuro” .

[nella foto: Gianandrea Nosedasul podio del Regio. Foto Ramella & Giannese]