Dieci anni di Biografilm Festival. Vite al cinema a Bologna

5 Giugno 2014


Non hanno bisogno di superpoteri per potersi definire eroi. Basta il coraggio tenace della più incrollabile forza di volontà; è sufficiente una sana e disarmante normalità per poter cambiare insieme alla propria vita – spesso – anche la Storia. Sono donne e uomini comuni e insieme speciali i protagonisti del Biografilm Festival, prima rassegna internazionale che punta l’attenzione al cinema che indaga – tra fiction e documentaristica – le storie di vita. Eleggendo l’uomo a baricentro dell’universo.

Appuntamento a Bologna, dal 6 al 16 giugno, con quella si annuncia un’edizione memorabile: spegne dieci candeline il festival, anche quest’anno accompagnato da Sky Arte HD. E festeggia allargando il proprio sguardo alle più interessanti produzioni europee delle ultime due stagioni,    ma portando in competizione dieci anteprime assolute per l’Italia. Su tutte spicca Ai Weiwei – The Fake Case , con il danese Andreas Johansen a raccontare la genesi delle ultime opere dell’artista cinese.  

Diverse le location scelte da un festival da sempre fortemente radicato nel tessuto della città. Si parte così dal canonico spazio della Cineteca di Bologna e si arriva alle sale dei cinema Odeon e Arlecchino; cui si aggiungono gli eventi pensati per il Biografilm District allestito a Pieve di Cento. Già da qualche giorno, intanto, ci si scatena al Parco del Cavaticcio con quello che suona a tutti gli effetti come un intrigante dopo-festival: ricco il calendario di concerti e dj set di Bio Parco .

Edizione legata a doppio filo con l’arte contemporanea quella 2014 di Biografilm, che vede il collettivo emiliano ZimmerFrei tra i protagonisti di What’s Culture? , programma di documentari dedicato ai modi di raccontare arte e cultura. E che celebra il performer Ulay – a lungo compagno di Marina Abramović – l’assegnazione del Celebration of Life Award , riconoscimento quest’anno concesso anche al regista Michel Gondry, al discografico Danny Bramson, al regista Donn Alan Pennebaker e al documentarista Nicolas Philibert.