Lirica: alla Scala un Mozart “di design”

16 Giugno 2014


Un openspace aperto su un lussureggiante giardino, bianche scale sospese senza ringhiera, divani dalle elegantissime linee minimali, secchielli per champagne in cristallo. Un’atmosfera di raffinata contemporaneità, straniante nel contrasto voluto con il contesto che la ospita, domina l’allestimento del Così fan tutte  al debutto mercoledì 18 giugno alla Scala di Milano. Nel felice aggiornamento di un classico mozartiano che apre, con Claus Guth, al design.

Una messa in scena calibrata in via esclusiva per il teatro meneghino, con il regista tedesco a riprendere e rivedere l’apprezzatissima versione dell’opera che ha presentato nel 2009 e riproposto due anni più tardi al Festival di Salisburgo. Ottenendo unanimi consensi per la scelta di traslare il gioco delle coppie che anima l’azione in un ambito prettamente moderno, dove le “turcherie”  descritte nel libretto di Da Ponte si mutano in esotismi afro. Accentuando lo shock visuale e il mix tra culture, riferimenti e situazioni diverse.

In pedana, in occasione della prima e per tutte le repliche previste nel mese di giugno Daniel Barenboim: il maestro argentino, direttore musicale della Scala, cederà la bacchetta nelle date previste dal 3 al 25 luglio ad uno tra i suoi migliori collaboratori. Karl Heinz Steffens, già primo clarinetto dei leggendari Berliner Philarmoniker, dal 2007 lanciato in una promettente carriera come direttore d’orchestra.

Cast internazionale quello che si presenta sul palco del teatro milanese. Arrivano dalla Svezia le interpreti femminili, con la mezzosoprano Katija Dragojevic e la soprano Maria Bengsston a dare il proprio volto alle seducenti Dorabella e Fiordiligi; il baritono ceco Adam Plachetka e il russo Konstantin Shushakov ad avvicendarsi nella parte di Guglielmo, il celebre tenore messicano Roland Villazon ad alternarsi con l’austriaco Peter Sonn nei panni di Ferrando.

[nella foto: le prove di Così fan tutte  alla Scala – pgoto Brescia / Teatro alla Scala]