Napoli, gli specchi di Janssens alla Cappella Sansevero

9 Giugno 2014


Si tratta di uno dei luoghi più magici di una città che fa della ritualità, del mistero, del misticismo uno dei suoi tratti peculiari più affascinanti. Ed è dunque, nella sua forte presenza architettonica e scenografica, oltre che nella rilevanza che riveste a livello simbolico, uno spazio apparentemente “intoccabile”: nel quale è difficile, se non impossibile, agire in un modo che sia al tempo stesso incisivo e rispettoso del contesto.

Riesce nel miracolo la belga Ann Veronica Janssens, protagonista fino al 27 giugno a Napoli di un elegante intervento che esalta gli splendori barocchi della Cappella Sansevero. Scrigno dove domina un’esplosione di marmi e stucchi dorati, ambiente dove si celebra lo sfarzo disinvolto di una delle più nobili e generose famiglie di mecenati che la città abbia conosciuto. E dove riposa dalla metà del XVIII secolo il Cristo velato , capolavoro dello scultore Giuseppe Sanmartino.

Sono otto gli specchi circolari di diverso diametro che l’artista colloca sul pavimento della chiesa, intitolata a Santa Maria della Pietà, in un dichiarato rimando al numero che evoca per tradizione il concetto di infinito. Lo spazio si trapunta così di pozzi di luce che restituiscono visioni amplificate di uno spazio meraviglioso, moltiplicando a dismisura lo stupore di un luogo che sa offrire suggestioni di ammaliante bellezza.

Un progetto, quello di Janssens, che si inserisce in un programma spontaneo di valorizzazione della città attraverso il contemporaneo. Come accade per il progetto che vuole la videoarte animare la scalinata che porta al quartiere Montesanto: in scena fino al 24 giugno il quarto episodio della seria, con la proiezione di Ash  , enigmatico e claustrofobico lavoro firmato dal duo Masbedo. Che nel ricordare l’eruzione del vulcano islandese Eyafjallajokull salutano la mole incombente del Vesuvio.

[nella foto: Ann Veronica Janssens – Sansevero – veduta dell’installazione presso il Museo Cappella Sansevero, Napoli 2014 – photo Marco Ghidelli]