Puglia: arte per natura. Nella riserva di Torre Guaceto

10 Giugno 2014


Non c’è altro rombo se non quello del vento, spesso sferzante su questo tratto di costa: niente automobili, camper, scooter o motociclette. Ci si arriva solo a piedi o in bicicletta nella splendida Torre Guaceto, bastione saraceno eretto a sentinella del mare, oggi custode di una delle riserve naturali più affascinanti della Puglia: oltre mille ettari di canneto e macchia mediterranea affacciati su un’area marina protetta che si estende lungo otto chilometri di spiaggia.

Un patrimonio naturalistico e di biodiversità gelosamente tutelato fin dai primi Anni Novanta, un luogo di austera bellezza oggi eletto a simbolo per il turismo responsabile. Anche grazie all’arte contemporanea. L’oasi – a pochi chilometri da Brindisi – è per tutta l’estate al centro del progetto L’Arte per la Natura : sedici gli artisti pugliesi invitati dal Museo Pino Pascali a intervenire negli spazi della torre e in quelli del castello Dentice di Frasso, nella vicina Carovigno.

A svettare sulla torre, a picco sul mare, è l’Assedio  di Michele Giangrande: ironica la bandiera da bucanieri che sventola irriguardosa nel cielo cristallino, memoria delle scorribande dei pirati mediterranei trasfigurata nell’immaginario kitsch della filibusta caraibica mitizzata dal cinema. A giocare sui cortocircuiti tra culture distanti è anche Miki Carone: il suo Tepee  riprende sì l’ossatura delle tende indiane, ma sostituisce ai pali remi da pescatore. Esaltando un comune senso di appartenenza e familiarità.

Coste preservate dall’aggressione della speculazione edilizia, in questo frammento di Puglia. Coste che tuttavia hanno conosciuto il fenomeno drammatico dell’immigrazione clandestina: struggente la performance che vede Francesco Schiavulli (nella foto) adagiare i suoi figuranti in un bancale vista mare, de nunciando la tratta di uomini considerati alla stregua di merci. In fuga da quel Sud  che Daniela Corbascio invita, con le sue scritte al neon, a tenere sempre in considerazione.