Il mondo della classica piange Lorin Maazel

14 Luglio 2014


Gli posò la mano sulla spalla, in un attimo fugace condito da quella benedizione – “God bless you!” – diventata implicita investitura da parte del vecchio e osannato maestro. Così Arturo Toscanini al cospetto di un bambino di soli undici anni, genio assoluto della musica, chiamato nonostante la tenera età a cimentarsi con la direzione della National Broadcasting Corporation Symphony Orchestra. Così la bacchetta italiana nei confronti di Lorin Maazel.

Il mondo della musica classica piange oggi la scomparsa di una tra le sue figure di riferimento: Maazel è scomparso nella sua casa di Castelton, in Virginia, a seguito delle complicazioni derivate da una polmonite. A dare l’annuncio al New York Times  una portavoce della famiglia del direttore, Jenny Lawhorn; la notizia ha immediatamente fatto il giro del globo, raccogliendo le reazioni di dolore e cordoglio da parte di milioni di fan.

Nato nel 1930 in Francia da genitori americani, si trasferisce negli States ancora bambino: è qui che a soli cinque anni imbraccia per la prima volta il violino, dimostrando fin da subito un talento impressionante. A soli otto anni è già in grado di dirigere un’orchestra, a dodici debutta sul podio della New York Philharmonic, a quindici vanta nel proprio curriculum collaborazioni con tutte le principali formazioni statunitensi. Esperienza che gli vale il trionfo anche sul piano internazionale.

È il 1960 quando diventa il più giovane direttore di sempre a esibirsi nel tempio wagneriano del Bayreuth, due anni più tardi il ingresso al Metropolitan di New York. Da lì in avanti una carriera in ascesa, con la nomina a sovrintendente della Wiener Staatsoper e le centinaia di concerti nei teatri più prestigiosi del mondo. Un talento, il suo, onorato dal conferimento della Legion d’Onore da parte della Francia, e dello status di Ambasciatore di Buona Volontà assegnato dall’ONU.