Cercando la luce. Teresa Solad Abboud in mostra a Madrid

11 Agosto 2014


La Storia non è stata particolarmente benevola nei confronti di Harold Edgerton, come difficilmente sa esserlo nei confronti della miriade di innovatori cui dobbiamo le piccole grandi invenzioni oggi entrate nella quotidianità. Nell’alveo della banalità. Non c’è una via, una piazza, una strada o un museo nel mondo dedicato all’inventore del flash elettrico, strumento che pure ha rivoluzionato il nostro modo di appropriarci delle immagini. E non c’è chi ha reso omaggio al suo lavoro. O meglio: non c’era.

Ampio il catalogo di scatti che ha lasciato Edgerton, fotografo prima che inventore, a testimonianza dei suoi esperimenti e delle sue esplorazioni della luce. Un materiale che diventa per l’artista spagnola Teresa Solad Abboud materia viva da indagare, sulla quale impostare un discorso personalissimo: che nasce da quella sconosciuta avventura tecnologica e si trasforma in altro. Un viaggio mentale, ma anche reale.

Teresa attraversa gli Stati Uniti da una costa all’altra, seguendo le orme del suo ignaro mentore. Raccogliendo nei luoghi che ha identificato dalle sue fotografie impressioni in presa diretta sul modo di affrontare la resa della luce, sullo svaporare dell’immagine nei fuori fuoco, sull’inseguirsi giocoso delle ombre. Producendo a sua volta nuovo materiale ora – e fino al 31 agosto – esposto al Matadero di Madrid, tra i più interessanti spazi per l’arte contemporanea della capitale spagnola.

In certi casi il rapporto con il lavoro di Edgerton (scomparso nel 1990) è solo evocato, suggerito. Altri è invece fisico, quasi carnale. Come nel caso di Doble mordido : stratificazioni in forma di collage obliano le immagini originali del maestro, sovrapponendo tra loro fogli metallici a fotografie, componendo un puzzle che astrae la realtà sensibile e si spinge verso una poetica analisi della forma più pura.