L’India in Engadina. Con St. Moritz Art Masters

22 Agosto 2014


È un invitante cortocircuito visuale, scarto sensoriale che suggerisce visioni inedite, quello messo in scena dal 22 al 31 agosto in trenta diverse location dell’Engadina. Dove si rinnova, per il settimo anno consecutivo, l’appuntamento con St. Moritz Art Masters: collettore di mostre, incontri, talk e progetti site-specific che indaga con taglio dinamico la scena contemporanea internazionale. E che sceglie quest’anno di concentrarsi su una delle nazioni emergenti più importanti dello scacchiere mondiale.

La distanza che separa la Svizzera dall’India è abissale, in senso ovviamente non solo geografico. Uno iato che St. Moritz Art Masters prova a sanare aprendo una finestra importante sulla scena artistica del Paese asiatico; ma guardando anche alla fascinazione esercitata dalla cultura e dalla tradizione indiana su grandi maestri dell’Occidente, sedotti dai misteri, dai colori, dalle magiche suggestioni di una tradizione millenaria.

Cuore della rassegna è la mostra che nella Chesa Planta di Zuoz presenta il lavoro di dieci giovani artisti, chiamati a restituire attraverso la propria ricerca il senso di febbrile rinnovamento che anima – pur nelle sue fortissime contraddizioni – l’India; una fotografia che si accompagna alle installazioni che due grandi firme come Shilpa Gupta e Subodh Gupta, al lavoro con progetti in situ all’Hotel Castell di Zuoz e alla Chiesa protestante di St. Moritz.

Sempre a St. Moritz trova posto la spettacolare Standing with truth  di Francesco Clemente (nella foto): una tenda di oltre venti metri quadrati realizzata in India dall’artista, completamente decorata con enigmatiche figure dipinte che fanno da tramite tra antiche mitologie orientali e cultura europea. Un sincretismo che corre in parallelo a quello proposto dall’inglese Billy Childish, autore di un progetto speciale ispirato alla pittura di Giovanni Segantini.