Il Medioevo nelle Marche. In mostra con Vittorio Sgarbi

2 Agosto 2014


Non hanno goduto della visibilità che la Storia ha riservato alla Toscana o all’Umbria, ma non per questo devono essere considerate palcoscenico minore. Le Marche hanno vissuto un ruolo di straordinaria rilevanza nello sviluppo dell’arte tra Medioevo ed età moderna, offrendo una declinazione originalissima di schemi e linguaggi, tecniche e concezioni estetiche. Come dimostra a Fabriano una grande mostra. Curata da Vittorio Sgarbi.

L’eclettico e vulcanico critico d’arte scava nel passato di una terra generosa: portando alla luce tesori nascosti, artisti la cui biografia e il cui catalogo completo restano a tratti avvolti nel mistero, ma che parlano il linguaggio forte e chiaro della meraviglia. Quella del Maestro dei Magi, ad esempio, che condensa nella spettacolare statua lignea di Sant’Elena il senso profondo della devozione cristiana e il gusto per la ritrattistica profana. Cogliendo con una sintesi mirabile il carattere più genuino di una donna insieme santa e regina.

Non mancano in mostra, è naturale, i caposcuola: punti di riferimento che valgono come pietre miliari, modelli cui guardare con il fascino del rispetto. Su tutti Gentile, artista locale di respiro internazionale, aggiornato secondo i più evoluti schemi in vigore nel nord Europa; e poi Pietro Lorenzetti ma soprattutto Giotto, genio ramingo che non ha mancato si seminare anche nelle Marche. Come dimostrano le piccole perfette tavolette che ritraggono San Francesco d’Assisi, San Giovanni Battista e la Vergine.

Affreschi strappati, delicatissime pitture su pergamena, sculture, tavole: molteplici i linguaggi censiti da Vittorio Sgarbi. Ma la mostra, oltre che nelle sale della Pinacoteca Civica – dove è esposta fino al prossimo 30 novembre – prosegue anche fuori, nei borghi e nelle città. E senza data di scadenza. Innumerevoli i luoghi delle Marche che offrono al visitatore sprazzi di straordinaria bellezza. Come nel caso della chiesa di San Domenico, proprio a Fabriano: affrescata dalla mano straordinaria di Allegretto Nuzi.