Javier Zanetti. Il campione in mostra alla Triennale

19 Ottobre 2014


Sgombriamo subito il campo dai fraintendimenti dettati, va da sé, dalle partigianerie dei tifosi. Ci sono campioni che, a prescindere dalla casacca che indossano, hanno la capacità di mettere d’accordo tutti: diventando miti assoluti, icone della più pura e genuina essenza dello sport. È capitato, nel recente passato, con assi del calibro di Paolo Maldini e – più recentemente – con Alex Del Piero. Ed è capitato, naturalmente, con Javier Zanetti.

Vent’anni esatti di carriera da professionista con l’Inter, la conquista di scudetti e coppe nazionali; il trionfo su scala internazionale con la Coppa UEFA prima e la leggendaria vittoria della Champions League nel 2010: una pagina incancellabile nella storia del club nerazzurro quella scritta da Zanetti, da quest’anno lontano dall’erba di San Siro. Una pagina riassunta alla Triennale di Milano, per una mostra che celebra con il campione lo spirito del calcio.

Una galleria di cimeli e memorabilia che passa dalla maglietta indossata in occasione della mitica finale di Madrid, alla fascia da capitano calzata nel corso della sua millesima partita con la casacca interista; un allestimento di elegante dinamismo, che suggerisce l’illusione di scendere fisicamente sul terreno di gioco e grazie a un sottile gioco di trasparenze moltiplica gli spazi.

L’esposizione segue l’intera carriera agonistica di Zanetti, ma anche la sua meritoria attività di filantropo. Nel video celebrativo che ripercorre le tappe fondamentali del suo percorso di atleta c’è ampio spazio per il lavoro della Fondazione P.U.P.I., da lui creata nel 2001 per aiutare i bambini delle zone più povere della natia Argentina.  “Mi ricordo che allora ci occupavamo di 39 bambini”  ricorda il campione, “e adesso nel 2014 stiamo gestendo e aiutando più di 1000 persone tra bambini e famiglie” .