Tra manga e Impressionismo. Hokusai a Parigi

13 Ottobre 2014


Insieme alla Gioconda  e agli affreschi della Cappella Sistina, al David  di Michelangelo e a L’urlo  di Munch è probabilmente l’opera d’arte più riprodotta di sempre. Su poster e gadget, magliette e cartoline: segno di una banalizzazione perversa ma anche, se guardiamo al bicchiere mezzo pieno, di una fortuna che va al di là dello spazio e del tempo. La grande onda  di Hokusai (nella foto) è capolavoro immortale. E c’è anche lei, ovviamente, nella grande mostra che a Parigi celebra il più noto artista giapponese di sempre.

Appuntamento fino a metà gennaio nelle splendide sale del Grand Palais per una retrospettiva completa sull’attività del maestro, attivo per sessant’anni a cavallo tra XVIII e XIX secolo. Ad essere esposte centinaia di delicatissime stampe ukiyo-e , medium artistico tipico dell’età Edo, a cui Hokusai si dedica fin da quando, appena adolescente, entra come intagliatore di matrici in un laboratorio artigiano dell’antica Tokyo.ù

A fare bella mostra di sé, immancabili, anche le tavole della leggendaria serie Trentasei vedute del monte Fuji : con la celeberrima La grande onda  ma anche l’intenso Fuji Rosso , raffinatissimi paesaggi resi grazie ad un originale dominio del tratto e del colore. Pendant agli schizzi e alle figurine che trattano la vita quotidiana nel Giappone dell’epoca: quei manga  che avrebbero influenzato la nascita del fumetto orientale moderno.

Non casuale la scelta di Parigi come sede di una mostra tanto importante. Fu proprio la Ville Lumière, forte di accordi commerciali tra la Francia e l’Estremo Oriente, a veicolare a metà Ottocento la diffusione della cultura giapponese in Europa: è qui, tra boulevard e café chantant che artisti come Van Gogh, Gauguin e Monet restarono ammaliati dal fascino di Hokusai. Traendo dalle sue opere spunti decisivi per il proprio lavoro, nel felice raggiungimento di un sincretismo dell’immagine dagli esiti rivoluzionari.