La Grande Guerra al cinema. Con Ermanno Olmi

4 Novembre 2014


Era solo un bambino, Ermanno Olmi, quando sentiva il padre raccontare di quella guerra vecchia di anni. Della partenza per il fronte, di paesaggi così diversi dalla pianura in cui era nato e aveva creato la sua famiglia; di trincee e veglie notturne, interminabili, con la luna unica testimone dello scoramento indotto dall’oscurità. Terribile comburente per una disperazione inconsolabile, timore ancestrale di perdere in un attimo la vita. E con essa gli affetti, i ricordi, la pace.

Quei ricordi d’infanzia affiorano oggi nell’immaginario del regista, che presenta il suo ultimo Torneranno i prati , cruda e al tempo stesso delicatissima requisitoria contro l’abominio della guerra. Un film interamente basato sui racconti del padre, racchiuso nello scorrere di una notte che per i soldati in attesa al fronte si dilata all’infinito: diventando metafora di una condizione di drammatica sospensione.

Il nuovo film di Olmi, proprio in questi giorni ricoverato a Milano per una presunta polmonite – le sue condizioni di salute sembrano oggi in miglioramento – arriva nel centesimo anniversario dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, e viene presentato in occasione della ricorrenza del 4 novembre, data in cui si celebra invece l’armistizio. Un doppio riferimento temporale, quasi a indicare l’alfa e l’omega di un’esperienza tra le più traumatiche del Novecento.

Ci sarà anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, all’Auditorium della Conciliazione in Roma, per la prima del film: presto distribuito da 01 in cento sale italiane e allo stesso tempo protagonista di speciali proiezioni in diverse città straniere. Dove porterà, grazie allo sguardo di un raffinato mago dell’immagine, una visione al tempo stesso personalissima e universale di una pagina di Storia che non può essere dimenticata.