L’Impressionismo italiano. In mostra a Milano

29 Marzo 2015

Guglielmo Ciardi, Veduta sulla laguna, olio su tela, 73 x 98 cm

Mentre in Francia, nel 1874, un piccolo olio di Monet dava il nome alla corrente impressionista, negli stessi anni anche in Italia si ripensava la pittura con i Macchiaioli prima e i Divisionisti poi. La fedeltà al vero, l’abbandono della linea del disegno, l’uso del colore puro sono i tratti distintivi della pittura dell’Italia Unita.

Fino al 28 giugno, alla GAMManzoni – Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea di Milano, la mostra Da Boldini a Segantini. Riflessi dell’impressionismo in Italia traccia l’evoluzione della pittura italiana della seconda metà dell’Ottocento, attraverso le opere dei suoi protagonisti.

Sono 35 i dipinti esposti, provenienti da autorevoli collezioni private europee e americane, che tornano temporaneamente in Italia. Tra questi, imperdibili capolavori come La lettera di Federico Zandomeneghi, Via di Ravenna del macchiaiolo Telemaco Signorini (mai esposto prima d’ora a Milano), Esercizi di cavalleria di Giovanni Fattori e Alpe di maggio, opera divisionista di Giovanni Segantini a cui è affidata la chiusura del percorso espositivo.

La mostra, curata da Enzo Savoia e da Francesco Luigi Maspes, strizza l’occhio all’imminente Expo 2015, proponendo artisti le cui opere furono esposte proprio nelle più importanti Esposizioni Universali tra Ottocento e Novecento. Rassegne tenutesi nelle città più importanti e cosmopolite del mondo a cavallo tra i due secoli, come Vienna, Philadelphia, Parigi, Anversa e la stessa Milano nel 1906.