Steve McCurry affascina Cinecittà

16 Aprile 2015

Steve McCurry, Bambini della tribù Kara che guardano attraverso le finestre, Omo Valley, Ethiopia, 2013

Il fortunato incontro, avvenuto qualche anno fa, tra Steve McCurry e la mecca del cinema italiano ha finalmente dato i suoi frutti. Tra pochi giorni, il 18 aprile, inaugurerà Oltre lo sguardo, la straordinaria esposizione che animerà i famosi “studios” romani fino al prossimo 20 settembre.

Presentata a Monza in occasione della riapertura della Villa Reale alla fine dello scorso anno, la mostra trova spazio in un’altra affascinante location, il nuovissimo Teatro1, con un allestimento inedito, progettato da Peter Bottazzi per condurre i visitatori alla scoperta degli scatti firmati da una delle icone mondiali della fotografia di reportage. I capolavori presentati al pubblico spaziano dalle istantanee scattate proprio a Roma, tra i magazzini e i set di Cinecittà, ai lavori recenti.

Trovano posto, naturalmente, anche le fotografie più conosciute del reporter statunitense. Come l’acclamatissimo ritratto della ragazza afghana dagli occhi chiari, Sharbat Gula, pubblicata per la prima volta sul National Geographic. Insieme agli intensi scorci di Paesi lontani, colti da McCurry durante i numerosi viaggi in India, Pakistan e Afghanistan.
La mostra consente di entrare in empatia con lo sguardo del fotografo grazie a una serie di video, che forniscono le linee guida sulle quali si fonda l’approccio dell’artista alla realtà e allo strumento fotografico.

L’apertura del Teatro1, inaugurato proprio in occasione di questa mostra, segna una nuova tappa nella storia dei leggendari Studi di Cinecittà, che da 75 anni accompagnano l’evoluzione della cinematografia. Secondo la logica di far avvicinare la collettività alla storia della settima arte, l’edificio che ospita Oltre lo sguardo è contiguo ai luoghi in cui è allestito Cinecittàsimostra, un percorso di visita permanente dedicato alle vicende di Cinecittà.

[Immagine di apertura: Steve McCurry, Bambini della tribù Kara che guardano attraverso le finestre, Omo Valley, Ethiopia, 2013]