L’astrattismo italiano di Fausto Melotti

7 Luglio 2015

Fausto Melotti Kore

Dal 9 luglio al 17 gennaio 2016, il Nouveau Musée National de Monaco dedica una retrospettiva all’artista italiano Fausto Melotti e alla sua produzione scultorea. Su di essa si concentrò già dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, sotto la guida dello scultore milanese Adolfo Wildt, fino a esordire negli anni Trenta tra i pionieri dell’astrattismo in Italia.

La mostra nel museo monacense non segue un andamento cronologico, ma si articola in un percorso definito da due coordinate: da un lato, la storica rivista di architettura e design Domus, dall’altro le fotografie di Ugo Mulas, che seguì da vicino l’evolversi del lavoro di Melotti.

Nella rivista fondata da Gio Ponti nel 1928, infatti, sono tanti gli articoli che tra il 1948 e il 1968 furono dedicati allo scultore originario di Rovereto e alle sue opere, o che furono scritti e firmati dallo stesso. Tra questi ultimi, uno dei più significativi è il testo L’incertezza del marzo 1963, un vero e proprio manifesto poetico.
Nelle pagine di Domus, inoltre, furono pubblicate le immagini di molti lavori dello scultore, dalle decorazioni in collaborazione con Ponti alle ceramiche degli anni Quaranta e Cinquanta, sino alle opere filiformi in metallo degli anni Sessanta.

L’esposizione si completa accostando le opere alle fotografie in bianco e nero scattate da Ugo Mulas, il cui obiettivo ha immortalato tanti artisti e creazioni, al quale Fausto Melotti era molto legato: i suoi scatti, oltre a rendere giustizia alla bellezza plastica del lavoro dello scultore, hanno contribuito in maniera significativa alla riscoperta, anche se tardiva, della sua produzione.

[Immagine in apertura: Fausto Melotti, Kore, ca 1959. Photo: Fondazione Fausto Melotti
© Fondazione Fausto Melotti]