Bologna rende omaggio alla sua pittura

22 Agosto 2015

raffaello estati di santa cecilia bologna

Bologna conferma il suo fondamentale apporto alla storia della pittura italiana con un’imperdibile esposizione, che riunisce nella città emiliana i capolavori realizzati in oltre sette secoli dalla cosiddetta scuola pittorica bolognese.
Un viaggio nella cultura di una delle città di riferimento a livello internazionale, sulla scorta del metodo utilizzato dal leggendario storico dell’arte Roberto Longhi.

È proprio alla sua memoria che è dedicata la mostra Da Cimabue a Morandi. Felsina Pittrice, ospitata dallo scorso febbraio nelle prestigiose sale di Palazzo Fava. Curata da Vittorio Sgarbi, la rassegna prende a prestito il titolo dall’antologia di saggi longhiani redatta da Gianfranco Contini – 1139 fittissime pagine che testimoniano un rigoroso approccio alla storia dell’arte divenuto metodo per generazioni di studenti.

Lette attraverso la lente interpretativa di Longhi, le opere esposte attestano la straordinaria produzione artistica caratteristica di Bologna, ma anche l’altrettanto eccezionale patrimonio acquisito dalla città nel corso del tempo. Una meditata selezione di capolavori, da Cimabue a Morandi, mette in risalto il ruolo di primo piano giocato dalla città nelle epoche passate e la piena centralità che il capoluogo emiliano continua a conservare nel panorama creativo contemporaneo.

Alle opere custodite nei musei e nelle chiese di Bologna sono affiancate da quelle provenienti da collezioni private, in un tripudio di bellezza pittorica che abbraccia secoli e stili – da Cimabue a Raffaello (in apertura, un dettaglio dell’Estasi di Santa Cecilia), da Ubaldo Gandolfi a Marco Antonio Franceschini fino a Niccolò dell’Arca e Guido Cagnacci. Una grande celebrazione di una città che da sempre si esprime con la pittura, come documentato da Carlo Cesare Malvasia, autore di Felsina pittrice del 1678 e altro grande storico dell’arte cui la mostra bolognese rende omaggio.