Un rinoceronte d’oro al British Museum

24 Agosto 2015

Il-rinoceronte-d-oro-di-Mapungubwe

Nel 2001 ci aveva già provato Parigi. Era poco dopo gli attentati dell’11 settembre e il governo sudafricano aveva detto no per ragioni di sicurezza. Quest’anno, il rinoceronte di foglie d’oro scoperto nel 1932 nel sito archeologico di Mapungubwe, in Sudafrica, è di nuovo oggetto di attenzioni da parte di un museo estero.

Stavolta la richiesta di prestito arriva dal British Museum di Londra, in vista di una mostra senza precedenti dedicata all’arte sudafricana che il museo ha in previsione per il 2016. Ma il museo londinese potrebbe non ottenere facilmente il via libera sul prezioso manufatto archeologico, per via del suo elevato valore simbolico per la storia sudafricana post-Apartheid.

Quando fu rinvenuto negli anni Trenta, gli archeologi non hanno esitato ad attribuire il reperto a una civiltà di agricoltori, commercianti e fini artigiani che abitava l’area nel XIII secolo.
Al tempo, però, la teoria fu rifiutata dal governo dell’Apartheid perché in contraddizione con la tesi razzista secondo la quale la storia del Sudafrica iniziava nel 1652, quando il primo colonizzatore tedesco mise piede nella futura Cape Town.
Solo con la fine delle politiche di segregazione razziale, la storia di una civiltà nera che commerciava oro e avorio con l’Asia e l’Egitto è stata riabilitata e il sito di Mapungubwe dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.