Miró, il gruppo Cobra e il gioco dell’arte

6 Ottobre 2015

Joan Miró, Femmes et oiseaux II, 1969

Nel 1946, un gruppo di artisti accomunati dal rifiuto per l’arte figurativa e dall’interesse per una pittura tendente all’astratto, al primitivo, al grottesco, si riunirono sotto il nome di CoBrA, temine che nasceva dall’unione delle iniziali delle città – Copenhagen, Bruxelles e Amsterdam – di cui erano originari i fondatori.
Ma le basi del collettivo furono gettate qualche tempo prima, quando il danese Asger Jorn e l’olandese Constant Nieuwenhuys si incontrarono a Parigi a una mostra di Joan Miró, trovandosi d’accordo sull’approccio all’arte giocoso e sperimentale del pittore di Barcellona.

Proponendosi di indagare i legami tra il surrealista catalano e il gruppo internazionale formatosi nel secondo dopoguerra, il Cobra Museum di Amstelveen, nei Paesi Bassi, ha organizzato la mostra Miró & CoBrA. The Joy of Experiment.
Dal 10 ottobre al 31 gennaio 2016, l’esposizione riunisce oltre 80 opere di Miró  e 60 di artisti del movimento internazionale a cui il museo è dedicato, come Karel Appel, Asger Jorn, Constant e Pierre Alechinsky.

Grazie alla collaborazione con Successió Miró e la Fundació Pilar i Joan Miró, la mostra è la prima grande retrospettiva dedicata al surrealista nei Paesi Bassi, da quasi 60 anni, dall’esposizione allestita allo Stedelijk Museum di  Amsterdam nel 1956.
Oltre a presentare un corpus consistente di opere – tra olii su tela, disegni su carta, sculture, assemblaggi, poesie illustrate e libri d’artista – la mostra offre visite guidate, workshop, un laboratorio per bambini, un concorso di disegno per le scuole e – imperdibile – una ricostruzione dettagliata dello studio di Miró, con più di 40 oggetti originali provenienti direttamente dal suo atelier.

[Immagine in apertura: Joan Miró, Femme et oiseaux II, 1969,
50 x 61 cm Successió Miró, Palma de Mallorca]