Moon Hoon: architettura o arte surrealista?

13 Ottobre 2015

Studio Moonbalsso, Two Moon, Gyeonggi-do 2015 – photo Nam Goongsun

Eccentriche, surreali, visionarie: sono le creazioni dell’architetto Moon Hoon, nato nel 1968 a Sangdong Gangwon-do, nella Corea del Sud. Le sue strutture sembrano saltate fuori da un fumetto, da un sogno, o da un racconto fantastico. Hanno forme bizzarre e colori appariscenti ma, soprattutto, si prendono gioco dell’architettura più tradizionale, seria e razionale.

Portano la sua firma la Lollipop House, che sembra un gigantesco lecca-lecca, le cui gommose volute circolari in acciaio rosso contrastano con la banalità abitativa circostante; la Go.mir Guest House, che ricorda un ruggente drago dagli occhi di fuoco.
Ci sono poi gli chalet montani con corna di toro e coda; ancora, la Starwars House, una sorta di astronave in cemento atterrata su suolo coreano. Insomma, le sue architetture sono tutto fuorché noiose e prevedibili.

L’ultima creatura di Moon Hoon si chiama Two Moon, una sorta di centro culturale poco lontano da Seul che si compone di due volumi disallineati, caratterizzati al centro da uno spazio vuoto a mo’ di spicchio di luna (nella foto in apertura, di Nam Goongsun). E non è l’unico richiamo al satellite naturale della Terra: anche il cemento grezzo  degli esterni sembra alludere alla grana della superficie lunare.